giovedì 2 settembre 2010

Il tempo irreversibile e lo spazio reversibile

La vera contrapposizione, nella questione del tempo, è tra una concezione statica, immutabile dell'universo, in genere concepita dai "geometri" (Platone, Cartesio, Einstein) e una concezione evolutiva della materia del cosmo, che nessuno riesce ancora a concepire. Nel primo caso il tempo è un di più, tanto che Einstein, dopo averlo concepito assieme allo spazio nella forma dello "spazio tempo",  lo ha poi abbandonato a favore di un astratto continuum quadridimensionale immaginario a quattro coordinate generiche: x1, x2, x3, x4.

Ma l'evoluzione della materia reale nel cosmo avviene nel tempo e nello spazio, tra loro ben distinti, il primo irreversibile e il secondo reversibile: nel senso che ciò che è mutato nel tempo non può tornare indietro, mentre ciò che è mutato nello spazio può tornare indietro grazie all'attrazione gravitazionale locale e universale. Il resto è tutto un equivoco ingenerato, come al solito, dalle matematiche astratte. Ma la geometria può solo trattare geometricamente le relazioni tra i corpi nello spazio e la stessa spazialità dei corpi; però ciò che succede ai corpi nel tempo, la loro modificazione, non appartiene alla geometria, ovvero non è accessibile e comprensibile geometricamente.

Quindi, la distinzione tra il tempo del senso comune intutitivo e il tempo reversibile della fisica, oppure la concezione del "tempo profondo" inaccessibile alla conoscenza o ancora la confusione tra il tempo passato, il tempo futuro e il cosiddetto "adesso" non hanno nulla a che vedere con i reali tempi lunghi della evoluzione della materia nel cosmo che sfociano nei tempi molto più brevi della vita e nell'attimo fuggente della vita cosciente.

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