Interessante è il titolo dell'introduzione "Forse il mistero più grande è il tempo". Poiché l'introduzione prende in considerazione il tempo come il più grande dei misteri, il titolo del libro avrebbe dovuto essere: "L'ordine misterioso del tempo". Ma continuiamo: "Mi fermo e non faccio nulla. Non succede nulla. Ascolto lo scorrere del tempo". Frase d'effetto, ma falsa. Impossibile fermarsi e non fare nulla. Ho provato a non fare nulla in questo preciso momento, ma non ci sono riuscito, a parte il pizzicore al naso che ho dovuto grattare, non so quanti pensieri abbiano affollato la mia mente, tra i quali, il pensiero che un fisico dovrebbe risolvere questioni della fisica senza occupare altri territori, sapendo che le questioni filosofiche in fisica hanno spesso superato il limite della decenza.
Ma il mio problema principale, in questo momento, è quello di cogliere l'essenza dell'errore di Rovelli. La mia prima idea è stata che fosse un errore mistico, la seconda che la fisica teorica fosse piena di soluzioni mistiche, piena di teorie metafisiche fuori della realtà. Una specie di religione. E' sufficiente questa frase, una fra le tante che troviamo nella prima pagina: "L'universo dipana il suo divenire trascinato dal tempo, secondo l'ordine del tempo". Di fronte a una simile affermazione, non ho argomenti, ma sono sufficienti un punto esclamativo e uno interrogativo !?
La specie umana, dalla quale esce qualche sparuto fisico teorico, non vive l'Universo, vive semmai, in qualche suo raro rappresentante, il misticismo delle infinite religioni sorte nel passato. E chissà perché Rovelli, in questa prima pagina, citi la mitologia indù che, sono le sue parole, "rappresenta il fiume cosmico nell'immagine divina di Sìva che danza: la sua danza regge lo scorrere dell'universo, è il fluire del tempo. Cosa c'è di più universale e evidente di questo scorrere?" Arrivato alla vecchiaia potrei dare questa risposta: ci sono numerose generazioni scomparse nel nulla, e ogni individuo arriva alla fine della vecchiaia sperando che il trapasso sia lieve, nei limiti del possibile.