sabato 1 dicembre 2018

"La morte della verità. La menzogna nell'era di Trump"

Questo è il titolo del recente libro  di Michico Kakutani una giornalista che da trent'anni scrive sulle colonne del NeW York Times. Quella che segue è la presentazione del suo libro:

"Mentre per più di trent’anni decideva sulle colonne del New York Times le sorti di autori del calibro di Ian McEwan, Jonathan Franzen, Norman Mailer, Michiko Kakutani non ha mai smesso di riflettere sul concetto di verità.

Che valore ha la certezza dei fatti in una società in cui le teorie complottiste imperano, le ideologie risorgono, l’attendibilità della ricerca scientifica è continuamente messa in discussione, le fake news dilagano ovunque? E in una politica in cui il voto di milioni di americani ha portato alla Casa Bianca un presidente con una cronica e riconosciuta abitudine alla menzogna?


La sua analisi è spietata, quasi un’autopsia. Michiko Kakutani decreta la morte della verità e ci accompagna nel percorso storico, sociale, culturale che ci ha portato al punto in cui siamo. Una vicenda cominciata qualche decennio fa, con il relativismo e il decostruzionismo, proseguita con il culto narcisistico del sé, il complottismo, la riscrittura in soggettiva della storia, il discredito della scienza, e propagata alla velocità della luce dalle nuove tecnologie.

L’assalto alla verità non ha colore politico, viene sia da destra sia da sinistra, è una minaccia globale, perché senza verità, non ci può essere fiducia, e senza fiducia, la democrazia zoppica. In questo libro agile e pungente come la sua prosa giornalistica, Michiko Kakutani mette in campo le sue sterminate letture e frequentazioni per lanciare un provocatorio appello alla forza salvifica della ragione".

A queste valutazioni si potrebbe, però,  obiettare: quando mai un quotidiano si è potuto permettere di dire la verità, sempre che essa sia stata in passato, o abbia intenzione di esserlo, nel presente e nel futuro, nelle sue intenzioni? I quotidiani non si occupano di verità ma di creare un'opinione pubblica favorevole agli interessi dei poteri economici e politici che li sostengono e li finanziano, come, per fare un solo esempio, nella vecchia Italia degli anni '70 il rapporto Agnelli-Scalfari, riguardo alla linea politica del quotidiano La Repubblica  creato il 14 Gennaio 1976).

Per concludere, non può esistere la morte di qualcosa che non è mai nata, come la verità in politica. Può esistere soltanto il "gioco" politico che accompagna, spesso in ritardo e talvolta, assai raramente, in anticipo, il gioco economico, o meglio, il gioco degli affari; che non è propriamente un gioco, ma una guerra più o meno cruenta di interessi contrastanti, sia  a livello di singoli individui, sia a livello di singole aziende sia a livello di singoli Stati, in un crescendo senza fine, nell'era della senescenza del capitalismo.

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