giovedì 6 dicembre 2018

Come procede la scienza divisa tra teoria e pratica?

Il numero di "Le Scienze" Dicembre 2012 ospitava il contributo di John Sexton su "Lo stato della scienza del mondo". Riportiamone qualche estratto significativo:

-"Anche se la vita dello scienziato può non essere consapevolmente globale, la globalizzazione permea l'impresa scientifica in molti modi"; in particolare modo "la velocità e la facilità con cui oggi comunichiamo ha accelerato il flusso delle idee fino a rendere l'impresa scientifica più connessa di quanto sia mai stata".

-"Per quanto la comunicazione scientifica possa essersi allargata, e includere il maggior numero di persone, molti continuano ad esserne esclusi."

-"Analogamente dobbiamo guardarci dal perdere la capacità di ascoltare le voci marginali che mettono in discussione le ortodossie: è da queste voci che sono arrivati alcuni dei massimi progressi. Per dirlo in altre parole, bisogna guardarsi dal conformismo di gruppo o dal pensiero automatico. Se è vero che le nuove tecnologie mettono insieme studiosi, ricercatori e anche non addetti ai lavori in modi efficaci e vantaggiosi, è vero anche che questi mezzi di comunicazione e le nuove comunità virtuali potrebbero rafforzare i modi convenzionali di pensare. Con lo stesso obiettivo avremo bisogno anche di accordi più chiari nel campo della proprietà intellettuale. Il diffuso sospetto che i frutti della ricerca possano non essere debitamente rispettati altrove può avere un impatto devastante sulla collaborazione e sullo sviluppo di nuovi concetti".

-"... dobbiamo tenere a mente che la scienza non ha altri padroni che il sapere."

- "La ricerca scientifica sarà aperta a tutti o sarà solo un'opportunità per privilegiati? Si concentrerà sui bisogni del mondo intero o su interessi ristretti? La comunità scientifica saprà accettare le idee che ne disturbano l'assetto, o si adagerà sul sapere costituito? E i singoli paesi resteranno inchiodati a regole superate o saranno abbastanza flessibili da consentire profonde collaborazioni di ricerca?"

- Ricordando il Rinascimento, l'autore scrive: "Le città-stato di quell'epoca erano capitali intellettuali, e riunivano le migliori menti in comunità di individui che incessantemente si interrogavano l'un l'altro sulle comuni ipotesi consolidate, fino a conquistare una tale indipendenza intellettuale da votarsi soltanto alla verità. L'altezza dei nostri ideali, oggi, non deve essere inferiore".

L'autore di questo blog ritiene, però, che la scienza attuale sia profondamente dissociata: da un lato abbiamo la scienza pratica, la ricerca tecnologica, che tenta tutte le vie, in tutte le direzioni, per ottenere risultati reali, concreti, visibili ed economicamente vantaggiosi; dall'altro abbiamo la teoria della scienza: la ricerca teorica in tutti i rami della scienza della natura, che rimane incatenata alla millenaria contrapposizione tra il determinismo democriteo fondato sulla causa e l'indeterminismo epicureo fondato sul caso, contrapposizione inutilmente mascherata e nascosta sotto termini nuovi, rispettivamente sinonimi del caso, come stocastico, o sinonimi di causa, come anche il cosiddetto determinismo probabilistico

E ancora, se la scienza pratica produce uno sviluppo tecnologico incredibile, stupefacente, anche solo se paragonato al decennio precedente la scienza teorica, ovvero la teoria della conoscenza, non riesce, invece, neppure ad arrangiarsi recuperando spunti dai molti decenni precedenti.

Per concludere, l'autore di questo blog ha mostrato che la propria teoria ha finalmente risolto la questione bimillenaria della contrapposizione tra il caso di Epicuro e la causa di Democrito. Ma nessuno sembra avvedersene, tutti occupati a confermare ineffabili e irrealistiche teorie matematiche mediante tecnologie realmente grandiose: queste sì vitali, nella attuale concorrenza mondiale tra i continenti!

[Post Scriptum. Gennaio 2018. Da tempo ritengo che la scienza, ormai, stia decisamente rivolgendo la sua attenzione alla sperimentazione per lo sviluppo di tecnologie avanzate, funzionali anche al potenziamento di nuove armi per una terza guerra mondiale. Perciò, le mie questioni teoriche e i miei risultati rischiano d'essere completamente ignorati, oppure, soltanto per puro caso, potrebbero trovare delle possibilità di sviluppo nel vuoto teorico lasciato dalla scienza tecnologica attuale.]

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