martedì 12 giugno 2018

4] Boncinelli: "Invecchiare nel corpo (e nella mente?)"

"Con l'avanzare del tempo la mente, al pari del corpo, comincia a sentire il peso degli anni. Perché la mente -lo abbiamo visto- fa parte del corpo, anche se nel suo pieno fulgore sembra discostarsene integralmente e in condizioni normali invecchia più lentamente". Che nella giovinezza e nella maturità il corpo e la mente di una persona in salute vadano all'unisono è un fatto certo. Poi, con il passare degli anni, il corpo comincia a cedere e anche la mente comincia a perdere colpi. Secondo Boncinelli: "In condizioni normali, non patologiche, non è affatto detto che la mente, il cervello e il sistema nervoso debbano invecchiare con lo stesso ritmo del corpo: possono invecchiare molto meno, e in genere così accade. Il perché non lo conosciamo..."

La realtà è, forse, un pò più diversificata. L'invecchiamento riguarda sia il corpo che il cervello, ma il diverso grado dipende dal comportamento personale: ad esempio un atleta che mantiene in forma il proprio corpo, ma esercita molto poco il suo cervello, sarà senz'altro penalizzato in vecchiaia da carenze cerebrali. Il contrario, la carenza fisica, riguarderà, invece, lo studioso che passa la maggior parte del suo tempo seduto alla scrivania. Perciò, considerando che Boncinelli si sarà dedicato molto più allo studio che al movimento ginnico, c'è da ritenere che senta di più il peso della vecchiaia prima nel corpo che nella mente. Ciò non vuol dire, però, che con gli anni, a cominciare dall'anzianità e a seguire con primi segni della vecchiaia, la mente non possa giocare brutti scherzi anche a chi l'ha allenata nello studio della filosofia, delle scienze e della storia.

Soprattutto la memoria a breve, che intralcia l'attività di studio inceppandola, è qualcosa che lo studioso, passati i settanta anni, se non prima, comincia a lamentare. Però, secondo Boncinelli: "Se consideriamo la media delle persone, dobbiamo concludere che, a parte nel caso di alcune patologie delle quali si sente sempre più spesso parlare, la nostra mente invecchia più lentamente del nostro corpo, in un certo senso quasi non invecchia". Affermando questo, però,  non tiene presente che, in genere, studiosi e scienziati come lui, che per decenni hanno dedicato molte ore al giorno allo studio di argomenti molto complessi, tenendo molto allenata la propria mente, verificano la suddetta ipotesi, e cioè sentono l'indebolimento da vecchiaia nel fisico, mentre non lo sentono nella mente. Non rendendosi conto del motivo di questa differenza, Boncinelli attribuisce alla mente un ritardo dell'invecchiamento.

Ma se lo studioso curasse la sua forma fisica allenando continuamente il suo corpo con esercizi sportivi, così come "cura" la sua forma mentale allenando continuamente il suo cervello nello studio e nella riflessione, non troverebbe differenze tra il cedimento del corpo e il cedimento della mente, col passare degli anni, perché andrebbero di pari passo. Certamente le conseguenze sono diverse tra il corpo e la mente: il primo segnala cedimenti muscolari o dolori alle articolazioni, mentre il secondo segnala cali di memoria, soprattutto della memoria a breve termine. Nel primo caso, il vecchio soffre perchè il suo cuore sembra tradirlo quando ad esempio sale le scale; nel secondo, soffre perchè non ricorda, ad esempio, se ha preso le medicine per il cuore.

Ovviamente, avendo come punto di riferimento Boncinelli, viene da pensare che i cedimenti muscolari, supereranno ampiamenti i cedimenti cerebrali come la memoria. Epperò, allo stesso modo in cui un vecchio atleta si rende subito conto, per esperienza, che il suo fisico lo tradisce in un  esercizio ginnico quale una corsetta, così il vecchio studioso si rende subito conto se ha un calo di memoria a breve che gli fa perdere tempo e concentrazione.

Boncinelli si chiede: "Ma come ci si accorge che si sta invecchiando? La maggior parte di noi a partire da una certà età lamenta una progressiva perdita della memoria. Abbiamo visto che la memoria consta di tre fasi: l'immagazzinamento, la conservazione, il richiamo. In condizioni non patologiche la conservazione non si perde mai: i ricordi immagazzinati restano tali e perennemente a disposizione. Si verifica invece un rallentamento nella capacità di apprendere cose nuove e soprattutto di richiamare alla mente i ricordi, in particolare quelli che afferiscono a nozioni, termini poco usati, nomi propri".

Giustamente egli osserva che non ci si deve preoccupare troppo... "con pazienza, e senza innervosirsi, avviene sempre, più o meno rapidamente, che si recuperi il nome o il concetto, in realtà tanto più rapidamente quanto meno ci si affanna a rincorrerlo. E finirà per ricomparire sempre, magari quando meno ce lo aspettiamo. Forse non è una grande consolazione, ma tengo a sottolineare che i ricordi, nonostante tutto, non si perdono."

"L'invecchiamento è un processo al quale non si sfugge: ciò che nasce invecchia e muore". C'è però un ma: mentre l'invecchiamento è percepito nel tempo, come dimostra la percezione della riduzione della memoria a breve, la morte non è percepita personalmente. Personalmente, è percepita frequentemente la morte di altri vecchi, magari coetanei, percezione che provoca sentimenti della sfera del lutto, ma nessuno può percepire direttamente la propria morte, può soltanto immaginarla ... magari preoccupandosi dell'aldilà se è credente.

Riguardo all'invecchiamento e alla morte personale: scrive Boncinelli; "non c'è comunque scampo. Perché? Per un processo naturale che fa sentire progressivamente i suoi effetti". Ma se tralasciamo tutti i bei discorsetti sulla vita e sulla morte, con i quali Boncinelli riempie questo capitoletto per rassicurare i lettori, vale la pena, invece, di considerare il passo nel quale egli afferma, a ragione, che "Gli esseri viventi sono una presenza davvero strana nell'universo, una sorta di scandalo o di paradosso".  Poi, per spiegare la rarità della vita, si appella a motivi che non hanno, però, alcun valore scientifico, come il concetto di disordine applicato all'universo: "La vita, dicevamo, rappresenta un piccolo scandalo nell'universo. Rappresenta un'apparente violazione delle leggi della fisica, e più precisamente di una delle leggi più importanti che non ha mai sofferto di eccezioni: il secondo principio della termodinamica". E via di seguito, citando il disordine che aumenta, e poi l'entropia, e poi l'ordine e l'informazione, e ancora le affermazioni -di una noia infinita- sui principi della termodinamica, sul disordine. ecc. ecc. E tutto questo per arrivare a dire che la vita è un'altra cosa: "La vita crea continuamente ordine, ossia informazione. E lo conserva".

Insomma, sembra che la vita si comporti diversamente dalla materia inanimata. "Dov'è il trucco?" Si domanda Boncinelli che risponde: "La vita è una manifestazione locale di aumento di informazione, o di non-perdita di ordine, a spese dell'ambiente circostante che nello stesso tempo si degrada enormemente". In definitiva: "La vita crea continuamente ordine, ossia informazione. E lo conserva". E' così che egli immagina di distinguere la vita dalla morte con i concetti termodinamici di ordine-disordine e con l'aggiunta dell'informazione.

Concluderò con il seguente passo, paradossale, di Boncinelli che non ha tenuto presente gli aspetti tragici delle sue affermazioni, che l'autore di questo blog ha posto tra parentesi quadra: "Gli scienziati che, durante la seconda guerra mondiale, si rivolsero ansiosamente alla biologia nella speranza di scoprire le leggi particolari della vita" [mentre erano circondati dagli effetti deleteri della stragi prodotte da armi sempre più micidiali!?] "rimasero delusi, perché la vita non ha niente di peculiare se cerchiamo principi universalì  [nel caso in questione la vita di peculiare aveva che non poteva reggere all'azione di carri armati, bombardieri e bombe atomiche]; se invece cerchiamo regole pratiche, pragmatiche, la vita ha molto di speciale: è una continua rincorsa alla creazione e al mantenimento dell'ordine [nella 2° guerra mondiale la vita di speciale ha la avuto la "rincorsa" alla morte violenta sui campi di battaglia: sul terreno, grazie ai carri armati e alle artiglierie; sotto i cieli, grazie ai caccia, ai bombardieri, e, infine, a due bombe nucleari. Se questo è ordine!?]


* Da  "La vita della nostra mente" (2011)  di Edoardo Boncinelli
 



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...