sabato 20 gennaio 2018

Torniamo alla nostra epoca

E' tanto difficile comprendere che rispetto al tempo di Marx ed Engels e rispetto al tempo di Lenin sono trascorse ben due guerre mondiali e due riprese postbelliche che hanno dato luogo a uno  sviluppo tecnologico scientifico, in assoluto, senza precedenti?

La prima e la seconda guerra mondiale hanno lasciato un segno indelebile, anche se mascherato dall'illusione democratica: il segno di un capitalismo maturato fino alla sua naturale senescenza, per la cui sopravvivenza le organizzazioni internazionali e le superpotenze quali gli Usa, la Cina  e la Ue si danno un gran daffare, anche se contro la senescenza del capitalismo c'è poco da fare, perché, pur essendo imprevedibile nelle sue conseguenze, è inevitabile.

Le politiche internazionali sono molto complesse e per quel poco che si possano comprendere le conoscono soltanto gli addetti ai lavori, ossia le grandi organizzazioni internazionali che, per così dire, le modulano. Ma per stabilire la durata della vita stessa del vecchio capitalismo nessun "medico", chiamato al suo capezzale, è in grado di farlo. L'unica cosa certa è che il trapasso non sarà indolore per una umanità che, nel frattempo, rispetto all'epoca di Marx ed Engels e poi di Lenin, è passata da un livello demografico che si aggirava attorno al miliardo di individui, poco meno o poco più, a un livello vicino agli otto miliardi.

Abituati a seguire l'evoluzione demografica [che al tempo della mia giovinezza si avvicinava ai due miliardi e mezzo], come uno dei tanti dati statistici, non si ha ben chiara la sostanza del fenomeno. Se poi aggiungiamo, al processo della forte crescita demografica della specie umana, il processo della senescenza del capitalismo, che cosa dobbiamo concludere? Che il futuro dell'esistenza della nostra, sempre più numerosa, specie sarà, sempre più, in mano alla cieca dialettica caso-necessità.

Perciò, chiunque ritenesse di poter prevedere l'incontrollabile durata del capitalismo senescente e l'incontrollabile crescita demografica della specie umana sarebbe un illuso. E ancor più illuso sarebbe chi credesse che, in un futuro più o meno lontano, si potrebbe trovare una soluzione tranquilla e pacifica.

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