sabato 13 gennaio 2018

Hegel. La dialettica singolo-complesso 3. Conclusioni

precendete... Dobbiamo considerare valida la distinzione operata da Hegel tra allheit e totalitat, ossia tra la totalità intesa come semplice aggregato (allehit), dove gli individui permangono come tali, e la totalità intesa come complesso (totalitat) nel quale gli individui si annullano o, per usare l'espressione hegeliana, tramontano. Studiando le scienze naturali e sociali sorge, però, un problema: mentre l'allehit si presenta nella sola forma di semplice aggregato, che tra l'altro non presenta grande interesse per la scienza, la totalitat si presenta in varie fogge, che rappresentanto gradazioni di due forme estreme, una delle quali assomiglia all'allehit. Spieghiamoci con degli esempi.

Se consideriamo una classe sociale, non ci troviamo di fronte a un aggregato casuale, ma a un complesso necessario, dunque a una totalitat. Perciò, secondo definizione, gli individui che compongono la classe dovrebbero annullarsi in essa fino a perdere le loro singole individualità. Però, questi individui matengono la loro identità in quanto tali, e questo è il contrassegno dell'allheit. La stessa difficoltà troviamo anche nei complessi biologici: ad esempio, se consideriamo un sistema immunitario, i suoi costituenti, le cellule linfocitarie, sono organismi a se stanti, che permangono come tali; ma il sistema immunitario non è un semplice aggregato casuale, bensì un complesso necessario, una totalitat.

Per comprendere questa forma estrema, nella quale i costituenti del complesso necessario (totalitat), mantengono la loro individualità, quasi appartenessero a un semplice aggregato (allheit), possiamo confrontarla con l'altra forma estrema, quella nella quale invece i singoli costituenti si annullano effettivamente perché all'interno del complesso non solo non mantengono più la struttura che hanno allo stato libero, ma non sono individuabili in quanto tali. Così, se prendiamo una molecola, gli atomi che la costituiscono sono all'interno della molecola altra cosa che allo stato libero, come attesta il "difetto di massa".

Ora, se vogliamo mantenere la distinzione tra totalitat-complesso e allheit-aggregato, dobbiamo concepire la totalitat come un insieme di elementi che costituiscono non un composto, ma un contenitore complessivo che impone limiti aggettivi ai suoi costituenti, e la cui necessità deriva proprio dalla casualità dei suoi stessi singoli elementi.

Come vedremo, quando prenderemo in considerazione le scienze naturali e sociali, è il caso relativo, ad esempio, ai singoli linfociti che si rovescia nella necessità della risposta complessiva del sistema immunitario, e questo rovesciamento mostra una specifica frequenza statistica. Il singolo linfocita si muove, per così dire, a suo piacimento, in maniera casuale, ma naturalmente entro i limiti del suo contenitore che è il sistema immunitario*, a sua volta contenuto nell'organismo. Così un leone nella savana si muove a suo piacimento entro la sua specie contenuta a sua volta nella savana. Così un operaio metalmeccanico si muove a suo piacimento nella società odierna che contiene la sua classe.

Quando diciamo che i singoli linfociti, i singoli leoni, i singoli operai metalmeccanici tramontano nel loro complesso di appartenenza, pur rimanendo individualità che si muovono entro un certo ambito di casualità, intendiamo dire che solo in questo modo riusciamo a riflettere il movimento reale necessario. Infatti, se fuorviati dall'apparente autonomia o margine di casualità che il contenitore lascia ai suoi singoli costituenti, ne deducessimo che ci troviamo di fronte ad aggregati casuali, cadremmo nell'errore di Leibniz. D'altra parte, se prendessimo alla lettera la definizione di totalitat di Hegel, allora dovremmo considerare come complessi necessari soltanto complessi come quelli appartenenti alla fisica delle particelle e in parte alla chimica, perché solo lì noi vediamo annullarsi letteralmente i costituenti nei complessi: i quak nei nucleoni, i nucleoni nei nuclei, i nuclei negli atomi, gli atomi nelle molecole.

Si dànno varie gradazioni tra le due forme estreme dei complessi necessari; e ciò si vede molto bene a partire dalla biologia: dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari, agli organismi dotati di organi, per arrivare fino all'uomo e alla sua società, dove troviamo principalmente complessi che lasciano inalterata la forma dei singoli costituenti e permettono varie gradazioni di ampiezza della casualità relativa ai singoli.

Del resto, dal punto di vista della dialettica caso-necessità, i conti tornano proprio perchè il complesso necessario permette quei cosiddetti "gradi di libertà"** che rappresentano le varie ampiezze del caso relativo ai singoli elementi. E' questa casualità che "tramonta" nel complesso necessario. Così, comunque si muova un linfocita, è l'insieme di tutti i linfociti che si muovono casualmente a permettere la necessaria risposta complessiva del sistema immunitario, secondo una determinata frequenza statistica che risolve il problema della reale conoscenza. Così, comunque si muova un leone nella savana, è l'insieme dei branchi che mantiene la riproduzione e la perpetuazione necessaria della specie. Così, comunque si muova un operaio nella società, qualunque sorta subisca, disoccupazione temporanea, mobilità, cambiamento di classe sociale, ecc. è l'insieme degli operai divisi in officine, aziende, settori, ecc. che garantisce la perpetuazione della classe operaia e, di conseguenza, la riproduzione e la conservazione del sistema capitalistico.

In questo senso i singoli tramontano nel complesso, nel senso che la loro vita individuale è, di per sè, qualcosa di indifferente, come il caso relativo ad essa è indifferente, per il complesso. Un sistema immunitario o una specie vivente o una classe sociale è indifferente, non è toccata dalla specifica esistenza dei suoi singoli costituenti, anche e soprattutto se questi paiono muoversi spontaneamente nelle più diverse direzioni, per così dire, spintonati dal caso***.

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* Per essere ancor più precisi, il termine "sistema immunitario" non designa una cosa come un tessuto o un organo, quindi non è un vero e proprio contenitore. Il termine riassume un complesso di cellule, principalmente linfociti, ma anche macrofagi, ecc, le quali, in maniera ciecamente necessaria e complessivamente, assicurano la difesa inmmunitaria dell'organismo. Si dovrebbe parlare di un processo immunitario più che di un sistema. La conseguenza è che il "sistema immunitario" non è un sistema che esiste come un contenitore di cellule, perché queste si trovano disperse nell'organismo: in parte nel fegato e nel midollo spinale dove subiscono un dispendioso processo di differenziazione, in parte si trovano concentrate nelle ghiandole linfatiche, in parte vagano nei diversi tessuti e organi.

** locuzione questa usata dal meccanicismo non riduzionistico, ovvero olistico, che considera i complessi come "organizzazioni" di elementi soggetti a vari "gradi di libertà".

*** Appunto, com'è il caso individuale ad aver tenuto soggiogato allo studio l'autore di questo blog: il caso di avere qualcosa di serio da dire e nient'altro di serio da fare.


Tratto da "Il caso e la necessità. L'enigma svelato" Volume primo. Teoria della conoscenza (1993-2012)

2 commenti:

  1. Buon giorno.Dovrebbe correggere totalitat e allhit con totalität e allheit.Cordiali saluti.

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  2. Comunque,piccolezze a parte,guardi qua in questo video-a pertire dal min.27.44-cosa dice questo scienziato:https://www.youtube.com/watch?v=hLlFrfaGenU
    Manca poco che nomini la legge del dispendio e dell'eccezione statistica.Interessante inoltre la progressione:uno su un milardo nelle stelle;uno su un milione negli organismi... "uno su mille" nell'attuale societá.E nel futuro?Cordiali saluti.

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