lunedì 22 gennaio 2018

I voli pindarici della fisica nell'infinitamente grande e nell'infinitamente piccolo

Ricordate i voli spaziali dell'uomo previsti dopo il primo allunaggio? Ebbene è trascorso quasi mezzo secolo e oggi si esulta per il modesto "accometaggio" di Rosetta. Dunque, nonostante i notevoli progressi della tecnologia umana, i voli spaziali della specie umana nel cosmo si sono ridotti a una manciata di "allunaggi", "ammartaggi", "accometaggi" sul nostro modestissimo sistema solare (e senza la presenza umana). Dunque, la nostra tecnologia, che ci permette di "vedere" l'universo sterminato, non ci permette di trasportarci tranquillamente neppure sulla luna, figurarsi se è in grado di trasportarci su altri pianeti del nostro sistema solare... e oltre.

Ma, se dovessimo confrontare la scienza tecnologica con la scienza teorica, potremmo dire che se la prima, nell'ultimo secolo, ha compiuto passi da gigante confermando, però, che la specie umana è realmente una debole forma di coscienza di dimensioni minuscole nel cosmo sconfinato, la seconda ha immaginato, nella sua vana presunzione, di poter dominare l'intero universo, anzi gli infiniti universi, con teorie matematiche decise a tavolino (persino in competizione tra loro).

In definitiva, la nostra scienza teorica, nonostante i suoi voli pindarici attorno a universi di troppe dimensioni spaziali, riesce a malapena comprendere il nostro sistema solare, mentre la nostra scienza tecnologica, molto più realisticamente, tiene i piedi saldamente per terra anche quando fa compiere ai suoi satelliti qualche saltello nel sistema solare.

Occorre "tirare le orecchie" agli esperti quando montano sui trampoli e mostrano esultanza per i risultati della tecnologia scientifica facendoli apparire grandi risultati della scienza umana, ma realmente, troppo spesso, al servizio del capitalismo senescente. Occorre tirare loro le orecchie, soprattutto, perché continuano a non comprendere l'oggettiva differenza che separa la scienza pratica -o tecnologia scientifica prodotta dall'uomo per suo uso e consumo- dalla scienza teorica della natura. La prima è ovviamente limitata, per quanti progressi possa fare; la seconda, invece, sarebbe già in grado, se lo volesse, di sviluppare la conoscenza della realtà, come gli studi e riflessioni di un autodidatta confermano.

P.S. E' uscito molto di recente su "Le Scienze" il seguente articolo il cui titolo conferma lo  scetticismo dell'autore di questo blog "Scansati, CERN: sta tornando la fisica "da bancone"", dove si può leggere: "Esperimenti di precisione realizzabili in normali laboratori di fisica possono offrire indizi sulla “nuova fisica” necessaria a risolvere i problemi lasciati aperti dal modello standard, ai quali i grandi e costosissimi acceleratori di particelle non sono ancora riusciti a dare una soluzione".

E non l'hanno data perché, come già indagato su questo blog, con molti post, la pretesa scoperta del bosone di Higgs non è servita a niente, non è servita a comprendere meglio la materia in quanto essa dipende sempre dai livelli di energia repulsiva e attrattiva del cosmo sconfinato, che non può essere accessibile al nostro minuscolo pianeta. Del resto, come abbiamo già chiarito in altri post-paragrafi, la specie umana, con le sue innumerevoli equipe di scienziati in cerca di premi e finanziamenti, non ha ancora compreso l'essenza della materia oscura, ecc. ecc.

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