Fra i tanti libri e articoli sulla teoria delle stringhe, scegliamo, per una breve sintesi critica, l'articolo di Peter Woit pubblicato su "Le Scienze" (giugno 2007). Il titolo dell'articolo pone una domanda precisa: "La teoria delle stringhe è scienza?" Ma poi l'autore introduce un elemento di confusione, scindendo la domanda in due parti: "La questione tende ad assumere due diversi risvolti: il primo è se la teoria delle superstringhe non debba forse essere considerata matematica piuttosto che fisica; il secondo, più drastico, pone il problema se la teoria sia realmente scienza".
Non si tratta di due risvolti di un'unica questione, ma di due diverse questioni tra loro collegate: la prima è se la teoria (matematica) possa essere realmente scienza, la seconda è se la teoria delle stringhe sia solo una teoria matematica senza alcun corrispettivo con la realtà fisica. Rispetto alla prima domanda, abbiamo già chiarito che la matematica può essere solo scienza delle grandezze, un ausilio alla reale teoria scientifica; perciò, da quando la teoria matematica pura è stata concepita come unica forma di teoria (avanzata) in fisica, questa disciplina è diventata una scienza puramente convenzionale e fittizia. Rispetto alla seconda domanda, la risposta è semplicissima: in fisica ormai l'unica teoria ammissibile deve scaturire da un modello fondato sulla matematica pura, senza alcun corrispettivo con realtà, anche perché si pretende indagare ciò che si dovrebbe trovare ai limiti della realtà, in "regioni" dove non arriva né la sperimentazione né l'osservazione.
Ora è ovvio che i matematici puri rispondano "certo che no!" alla domanda "se la teoria delle stringhe possa considerarsi matematica". Anche la relatività generale non sarà mai considerata matematica dai matematici puri, perché è soltanto l'applicazione di un prodotto della matematica pura: sta di fatto che, proprio in quanto si fonda sulla geometria di Riemann, essa è una teoria fisica puramente convenzionale e fittizia. Woit scrive: "Il problema è che la teoria delle superstringhe non è realmente una teoria, ma un insieme di speranze che esista una teoria". E "Per un matematico, un insieme di speranze che esista una teoria (speranze che semplicemente esulano dalle motivazioni fisiche) senza dubbio non è matematica". "D'altro canto, molti fisici che non si occupano della teoria delle stringhe spesso la definiscono matematica".
Ora, è mai possibile risolvere una questione del genere, ascoltando i pareri dei diretti interessati? Chi sono, infatti, quelli che danno queste risposte alla domanda di Woit? "La teoria delle superstringhe è in gran parte ritenuta matematica dai fisici tradizionali, e fisica dai matematici tradizionali…". Ma entrambi questi specialisti sono troppo interessati alla difesa dei propri principi teorici per giudicare obiettivamente. Ad esempio un fisico relativista sa bene che la teoria delle stringhe, se approvata, manderebbe a gambe all'aria la relatività generale di Einstein.
Ora, è mai possibile risolvere una questione del genere, ascoltando i pareri dei diretti interessati? Chi sono, infatti, quelli che danno queste risposte alla domanda di Woit? "La teoria delle superstringhe è in gran parte ritenuta matematica dai fisici tradizionali, e fisica dai matematici tradizionali…". Ma entrambi questi specialisti sono troppo interessati alla difesa dei propri principi teorici per giudicare obiettivamente. Ad esempio un fisico relativista sa bene che la teoria delle stringhe, se approvata, manderebbe a gambe all'aria la relatività generale di Einstein.
Del resto, il dubbio espresso nella domanda di Woit implicitamente danneggia tutta la matematica fisica, da quella relativistica a quella quantistica, ecc., perché mette in forse anche la scientificità delle teorie da tempo approvate dalla comunità scientifica. Si tratta cioè di un intervento "impertinente" sulle contraddizioni mai comprese tra la formulazione di modelli matematici astratti e la pretesa di una qualche verifica sperimentale. Nel caso delle stringhe, in particolar modo, manca qualsiasi asserzione che possa trovare una corrispondenza anche fittizia con l'osservazione empirica.
Ma anche questo aspetto è solo un platonico formalismo, sul quale la matematica fisica può mettere facilmente una pietra sopra. Così Woit si può permette di svelare l'ambigua metodologia che caratterizza il rapporto tra teorie matematiche-fisiche e la verifica sperimentale: "Data una qualsiasi struttura teorica, si può quasi sempre trovare il modo di farle corrispondere un risultato sperimentale, a patto di ammettere l'uso di modelli arbitrariamente complicati all'interno di tale struttura … Se si permettono costruzioni estremamente complesse e barocche, si può ottenere in quasi tutti i casi un risultato sperimentale in accordo con la teoria". In parole povere, data una teoria convenzionale, la si può aggiustare in modo tale da trovare il risultato sperimentale che meglio le si adatta.
Così fan tutti, perché il tipo di speculazione utilizzato dai matematici-fisici è il seguente: "Molta attività teorica degli scienziati è speculativa, nel senso che consiste nel porsi domande del tipo: "Se assumessi che x fosse vero, potrei costruire una teoria basta su tale assunzione?" Questo è proprio il genere di cose in cui gli scienziati spendono molto del loro tempo, e immagino che non lo si voglia catalogare come "non scientifico". La teoria delle superstringhe è un tentativo speculativo di questo tipo. I teorici che lavorano in quest’area prendono in considerazione un'assunzione decisamente speculativa, secondo la quale si dovrebbe sostituire la nozione di particella elementare con quella delle stringhe o di oggetti più esotici, e cercare di vedere se su questa asserzione è possibile costruire una teoria scientifica in grado di fare previsioni falsificabili".
Ma se si accetta come presupposto che questo metodo speculativo non può essere definito "non scientifico", come distinguere ciò che è scienza da ciò che non lo è? Come evitare le speculazioni non scientifiche? E su quale base Woit può permettersi di criticare la teoria delle superstringhe? A questo punto non si sa più a che santo appellarsi. O meglio qualcuno rimane, la cui concezione calza a pennello per una scienza che non è in grado di fare predizioni verificabili sperimentalmente. Si tratta di Popper, la cui concezione delle predizioni falsificabili, come abbiamo dimostrato in altro luogo, è l'implicita ammissione che tutte le teorie sono falsificabili in quanto sono false, anche se devono sottostare a quella conferma sperimentale che, per ammissione di Woit, è aggiustabile ad hoc.
Insomma, tutto sembra congiurare per favorire qualsiasi speculazione, anche la più assurda. La conseguenza è che i fisici, tra di loro, manifestano molto scetticismo riguardo alla validità delle teorie da loro prodotte. Lo conferma la storiella, fatta girare in diverse versioni, del mondo sostenuto dalla schiena di una tartaruga gigante. Alla domanda su che cosa reggerebbe la tartaruga, la risposta è: un'altra tartaruga, e via di seguito, fino alla battuta finale: sotto sotto ci sono sempre le tartarughe. Un'altra versione è quella del mondo che poggia su una piattaforma sostenuta dalla schiena di un elefante, a sua volta sostenuto dalla schiena di una tartaruga gigante. E anche qui la battuta finale è: sotto sotto ci sono sempre le tartarughe.
La storiella della tartaruga altro non rappresenta che la metafora dei modelli dalla matematica pura, che stanno sotto a ogni teoria fisica. Così la relatività generale ha avuto il suo piedistallo nella matematica di Riemann, Il "modello standard" della fisica quantistica ha avuto il suo piedistallo nella matematica dei gruppi, ecc. E questa prassi è talmente connaturata alla fisica contemporanea che Woit si può permettere anche il seguente paradosso: "Se annunciassi che sto analizzando la prospettiva di una teoria unificata elaborata sull'assunzione che il mondo sia costituito da tartarughe estremamente piccole, e che da questa assunzione spero di derivare il modello standard e calcolarne i parametri indeterminati, molte persone direbbero che sicuramente non sto facendo "scienza". D'altro canto, se dopo pochi mesi di lavoro fossi in grado di derivare i parametri del modello standard dall'assunzione delle tartarughe, allora la gente dovrebbe cambiare opinione e ammettere che in realtà ho fatto scienza".
Insomma, la matematica pura è un regno a sé, estraniato completamente dalla teoria della conoscenza, un paese delle fiabe dove può capitare di tutto. Stando così le cose, i fisici grazie alla matematica pura, hanno perduto ogni fondamento per stabilire ciò che è scientifico da ciò che non lo è. Allora che cosa rimane loro? Solo il consensus omnium della loro comunità. Ma, come abbiamo già osservato, troppi sono i partecipanti per poter ottenere, tra "amicizie, ossessioni e tradimenti" (“L’impero delle stelle” Arthur I. Miller), l'approvazione generale dei loro modelli. Così ci si accontenta di una mezza approvazione, di un mezzo consenso che si manifesta nella reciproca concessione di "fare scienza". "D'altro canto, scrive Woit, se una grossa parte della comunità scientifica non considera un'idea speculativa irrazionale, allora si deve ritenere che coloro che perseguono tale speculazione stiano facendo della scienza". Così "La speculazione conosciuta con il nome di teoria delle superstringhe continua a essere qualificata come scienza secondo questo criterio, dal momento che una grossa fetta di teorici la considera un'asserzione ragionevole su cui lavorare. Il motivo per considerarla tale è soprattutto sociale (!), e poggia le sue basi nel giudizio condiviso da molti fisici, ma non da tutti".
Ora, cambiamo il soggetto di questa frase, sostituendo le stringhe con la relatività generale, con la cromodinamica quantistica, ecc. e il discorso non cambia. Allora, perché tante storie per queste super stringhe? Poiché "così fan tutti", perché qualcuno mette in discussione la metodologia di questo nuovo modello matematico-fisico? La ragione si trova in un comportamento che minaccia indirettamente il prestigio scientifico della fisica: i teorici delle superstringhe sono così sfacciati da farsi passare per sacerdoti di un nuovo culto, rischiando di smascherare l'intera pseudo scienza fisica con tutto il suo misticismo matematico. Woit cita un teorico della facoltà di Harvard che concludeva così tutti i suoi messaggi di posta elettronica: "La teoria delle superstringhe/teoria-M è il linguaggio in cui Dio ha scritto il mondo". Anche un altro teorico delle stringhe, Michio Kaku, ha detto in una intervista radiofonica:"La mente di Dio è musica che risuona attraverso iperspazi di 11 dimensioni". Con la teoria-M, il misticismo matematico in fisica ha rotto gli argini e si è rivelato senza pudore, così Woit osserva accorato: "Per la prima volta è possibile individuare come la nostra nobile ricerca possa giungere alla fine, e come ancora una volta la fede possa rimpiazzare la scienza".
Abbiamo più volte ricordato che le scienze della natura, e in particolare la fisica, non sono mai riuscite a tagliare il cordone ombelicale che le lega fin dalle origini alla madre teologica, proprio perché non hanno accettato la conoscenza della realtà, accontentandosi dell'utile convenzione, delle ipotesi fittizie. Comunque, riguardo alla fisica, la vecchia storia della ricerca dei costituenti ultimi doveva pur avere una fine, e la fine più adatta a una scienza fittizia come la fisica contemporanea è proprio la teoria-M.
Woit, invece, termina il suo articolo prendendo le distanze da commistioni con la religione e affermando la pretesa illusoria di salvaguardare la fisica. Ma come illudersi, quando fornisce argomenti che lo smentiscono completamente? Persino nelle battute finali egli dice: "Come abbiamo visto, non esiste un modo chiaro per separare nettamente ciò che è scienza da ciò che non lo è sulla base di questioni prettamente umane (!), relativamente a quello che la gente sceglie (!) di credere (!) e perché. La scienza, seguendo questo metodo (sic!), non ha alcuna garanzia di immunità nei confronti di pericoli generati dai comportamenti di natura religiosa di cui gli esseri umani possono essere preda". Ma questi esseri umani sono proprio quegli stessi scienziati che preferiscono "credere", che preferiscono il misticismo matematico, molto vicino alla "natura religiosa". Perciò, come può Woit concludere: "Stringenti norme di razionalità (!) sono necessarie e devono continuamente essere fatte rispettare per assicurare che la scienza continui a meritare questo nome"?
La fisica teorica, dal '900 ad oggi, non ha mai meritato il nome di scienza. E oggi che la cosa si evidenzia nelle intemperanze della più assurda fra tutte le teorie prodotte in questa disciplina, è inutile correre ai ripari senza cambiare atteggiamento nei confronti dell'attività speculativa puramente matematica, unica responsabile della non scientificità della fisica stessa. Ormai la fisica ha un solo ultimo tratto di strada da percorre, senza alternativa: portare a termine il suo compito secolare con una teoria talmente assurda da svelare finalmente la propria natura non scientifica.
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Scritto nel 2010
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