domenica 27 giugno 2010

L'eterno movimento ciclico della materia

L'idea che la materia, nel suo ciclo attuale, partendo da uno stato originario di pura energia termica, sia evoluta fino alla forma dell'organismo cosciente, è un'idea recente che fatica ad imporsi, ma l'idea che i cicli della materia si rinnovino in perpetuo con quella necessità cieca che ha per fondamento il caso, e che di conseguenza la coscienza sarà sempre il prodotto più elevato di ogni ciclo, è un'idea che non viene neppure presa in considerazione.

Poiché non possiamo concepire una evoluzione che sia soltanto casuale, altrimenti sarebbe solo il caos eterno, o soltanto necessaria, altrimenti sarebbe predeterminata e affidata a un continuo atto di creazione sovrannaturale, sembra logico presupporre che caso e necessità siano tra loro in rapporto reciproco: non di caso assoluto o di necessità assoluta si può trattare, ma di caso e necessità relativi. Relativi a che cosa? All'unica certezza assoluta: il movimento della materia. Tutto è creato dal movimento della materia. Tutti i processi naturali dipendono dal movimento della materia in tutte le direzioni.

Poiché non possiamo concepire gli infiniti singoli movimenti in altro modo che come casuali, e del resto il caso da solo non può rendere ragione della evoluzione della materia, non rimane che concepire una casualità originaria che si rovesci dialetticamente in necessità, così da creare una polarità caso-necessità, dalla quale dipenda l'evoluzione stessa.

Allora, quando prendiamo in considerazione un ciclo della materia come evolutivo, se non vogliamo ricorrere a spiegazioni artificiose, introducendo cause fittizie, dobbiamo considerare la materia come qualcosa che ha in sé la capacità di creare le più diverse forme materiali e di autoconservarsi. Questa capacità è il suo movimento. Come Engels aveva compreso, il movimento della materia è tutto; e la conoscenza delle diverse forme di movimento della materia è tutto ciò che possiamo sperare di ottenere, ed è più che sufficiente per poter riflettere la natura nella nostra coscienza.

Di immortale, di eterno, c’è solo il movimento della materia; e un movimento che non ha né inizio né fine non può essere che ciclico, come un’eterna pulsazione. In ogni ciclo, la materia in movimento si autotrasforma, creando le diverse forme materiali, che sono il risultato di un’evoluzione la quale, avendo un inizio, avrà anche una fine, per poi ricominciare da capo con un nuovo ciclo. La casualità dei movimenti di singoli, quasi infiniti, elementi si rovescia nella necessità dei complessi di questi elementi, che sono rappresentati, nella successione evolutiva, dalle particelle, dagli atomi, dalle molecole, dai corpi inorganici, dalle cellule, dagli organismi, dalle specie vegetali e animali, e infine dall'uomo cosciente.

Sono queste diverse forme ad avere un inizio e una fine, ovvero tempi specifici di esistenza (singola e collettiva). Tutti i processi e i prodotti della evoluzione, analizzabili dalla scienza umana, sono transeunti: la necessità, per quanto sufficientemente stabile e duratura da poter essere conosciuta mediante leggi scientifiche, è però "mortale", ha sempre un termine. Ogni processo e fenomeno naturale presenterà, perciò, quei movimenti casuali che si traducono in concatenazioni necessarie che, in seguito a successivi movimenti casuali, potranno tramutarsi in nuove e più complesse concatenazioni. L'azione reciproca tra il caso relativo ai molteplici movimenti singoli e la necessità relativa al movimento dei complessi rende ragione di sviluppi sempre più complessi di ogni determinato fenomeno o processo.

E' a partire dalla casualità degli infiniti movimenti dei singoli elementi materiali che si manifesta, come conseguenza da nessuno voluta, la necessità dei processi naturali che la scienza può rappresentare mediante leggi. La casualità è, in questo senso, causalità; di più, essa è la causa prima della evoluzione del cosmo, ad ogni ciclo che si rinnova. Appena il caso, relativo ai singoli elementi materiali, si manifesta, inizialmente come big bang, esso produce casuali complessi che comportano la necessità. Qualcosa immediatamente si fissa come necessità e diventa la base di un ulteriore sviluppo: è un processo globale, continuo e senza sosta.


Tratto da "Caso e necessità - l'enigma svelato - Volume secondo  Fisica"  (1993-2002) inedito

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...