Come sia riuscito a gestire uno studio che abbraccia tutti i principali campi della conoscenza è una domanda che può sorgere spontanea in chi capita, anche solo per caso, di entrare in questo blog. In effetti passare dalla teoria della conoscenza, alla fisica, alla biologia e alla storia di ieri e di oggi è stato un impegno gravoso. In tutti questi campi si è sviluppato il mio lavoro ventennale (1993-2012), dopo una fase preparatoria di studio (1985-1992), e prima della conclusione incentrata sul blog come forma sui generis di pubblicazione (2010-2018).
Come risposta alla domanda mi limiterò a citare una brevissima sintesi di alcune pagine del mio diario di studio, a cominciare da quelle dedicate a un periodo di lavoro molto intenso, dopo una breve crisi.
Come risposta alla domanda mi limiterò a citare una brevissima sintesi di alcune pagine del mio diario di studio, a cominciare da quelle dedicate a un periodo di lavoro molto intenso, dopo una breve crisi.
"Diario 3 Agosto 1998
Momento di crisi. Ho interrotto lo studio di biologia molecolare per circostanze da me indipendenti: tutto mi appare difficile e complicato. E' la prima volta che mi capita dal 1993. Timore di non farcela! Ma quando potrò disporre del mio tempo senza intralci? Però, forse, questa pausa è come una doccia fredda che ci voleva per spegnere eccessivi entusiasmi: mi attendono dure fatiche e non posso ancora sapere se ce la farò e fino a che punto. Poiché sono frenato da tutto (a cominciare dai mezzi economici), la faccenda si traduce psicologicamente come se io fossi stufo e non soltanto demoralizzato.
Per tirarmi sù -si fa per dire- ho ripreso a leggere qualcosa di "leggero": un trattato di microbiologia, la storia della scienza di Borek e il fisico mistico Capra (sic!). Da aggiungere la semplice considerazione che, se anche ce la facessi, chi, in questa epoca imputridita, sarebbe interessato ai miei risultati? Il mio non è uno "splendido isolamento", il mio è isolamento puro e semplice, isolamento assoluto. Si è mai vista nella storia una cosa del genere? Neppure Spinoza era così isolato e abbandonato a se stesso.
Settembre 1998. Ho ripreso il lavoro concentrandomi su biologia molecolare. L'obiettivo futuro in questi tre punti: 1) la questione di metodo: come riflettere la complessità della vita, 2) la soluzione dialettica del rapporto DNA-RNA-proteine, 3) l'origine della vita.
Potrei anche aggiungere che studio i libri con un metodo statistico, essendomi reso conto che certi argomenti compaiono con una frequenza molto elevata, mentre altri compaiono molto più raramente. Nel primo caso si tratta di argomenti concepiti e risolti in senso convenzionale, che rappresentano la moda del momento, e che quindi sono ripetuti dappertutto allo stesso modo. Perciò occorre leggere centinaia di libri per trovare qualcosa di interessante. Nel secondo caso, si tratta di temi poco trattati, appena accennati, ma che hanno un valore inestimabile per la riflessione. Per venire a conoscenza dei secondi, che sono rarissimi, occorre trovare almeno qualche decina di libri da studiare in profondità.
Gennaio 1999. In pratica, grazie al recente approfondimento, sto rifacendo da capo il mio libro di biologia, del quale ho mantenuto soltanto le prime 54 pagine teoriche sull'evoluzionismo darwiniano e le ultime 52 sull'immunologia. Riguardo alla biologia molecolare ho eliminato, invece, tutte le 78 pagine già scritte perché insoddisfacenti. In totale erano 184 pagine in bella copia, perciò ne sono rimaste 106.
Fine 1999. Il nuovo lavoro sulla teoria della biologia molecolare si è, infine, concluso con 152 nuove pagine in bella copia, che, aggiunte alle 106 rimaste, danno come risultato definitivo, temporaneo, 258 pagine. Quest'anno, con tutti i rifacimenti e i tagli (e non solo in biologia molecolare) le pagine di bella copia in più sono state solo 76. Però, considerando la qualità dei rifacimenti, sono molto soddisfatto.
E così posso, finalmente, fare il seguente bilancio dei primi 7 anni di studio 1993-1999.
Pagine di bella copia (arrotondando):
Pagine di bella copia (arrotondando):
T.C. 400
Fis. 285
Biol. 260
____________
Tot 945
St. 100
2°G.M. 115
2°G.M. 115
____________
Tot 215
Tot 1.160 complessive
Una media di circa 165 pagine di bella copia l'anno, per 5 volumi in via di formazione (soltanto il saggio sulla 2° Guerra Mondiale è terminato, e il primo volume di teoria della conoscenza è prossimo al termine).
Altro dato: arrotondando, i libri di studio affrontati sono stati 410, dei quali 250 di teoria della conoscenza, fisica e scienze della natura, 30 di storia, 160 di saggistica e letteratura. Totale: una media di circa 60 libri l'anno, di cui 40 di studio scientifico e storico. Non ho contato gli estratti ma si tratta di molte migliaia di pagine manoscritte e dattiloscritte, attorno alle 15.000, 20.000.
Sono arrivato all'ultimo o penultimo anno del secondo millennio (a seconda del punto di vista). Come sempre la mia trilogia, T.C., Fis. Biol., è affidata ai capricci del caso, tra i quali sottolineo i principali: 1) trovare materiale di studio interessante, 2) mantenere la mente lucida, 3) infine, avere sufficiente money per campare senza eccessive preoccupazioni.
Sempre come bilancio generale riassumo quanto segue: nel 1996 mi sono dedicato soprattutto alla fisica; nel 1997 soprattutto alla teoria della conoscenza; dal 1998 al 1999 è stata una full immersion su trattati di biologia molecolare e cellulare.
Maggio 2000. Quest'anno è iniziato all'insegna di speranze economiche deluse e della mia perdita di concentrazione. In parole povere, non sto facendo quasi nulla.
Agosto 2000. Questo è il primo periodo di pausa: ho solo riletto lentamente tutti gli scritti di bella copia, rifacendo soltanto poche pagine. Devo anche aggiungere che almeno una parte di responsabilità per questa mia pausa, per questo prolungato allontanamento dallo studio intenso, è addebitabile al momento attuale della scienza, perché, oltre alla inettitudine teorica degli scienziati della natura (contemporanei), si è aggiunto il diretto intervento della teologia cattolica. Il Giubileo 2000 ha fatto sentire il suo peso ideologico su una comunità scientifica priva di una bussola teorica che la orienti nella giusta direzione."
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