giovedì 8 giugno 2017

La strategia britannica dell'Appeasement

Tre diverse versioni della strategia britannica

Lo storico A.J.P. Taylor, in "Storia dell'Inghilterra contemporanea" (1968), analizzando il ruolo avuto dall'Inghilterra nel periodo 1936-39, sostiene che esistono due versioni sul modo in cui essa andò incontro alla guerra: "Una, è quella dei preparativi accelerati per una guerra inevitabile; l'altra, quella dei tentativi alla cieca per impedire la guerra, tentativi che fallirono per errore, e con rimpianto di tutti". Inoltre, se si deve giudicare dal riarmo, "sembrerebbe che la Gran Bretagna stesse consapevolmente marciando verso una guerra cui era da sempre decisa"; ma, se si guarda alla politica, questa "fornisce una storia diversa": è la storia delle posizioni differenti dei conservatori e dei laburisti, di Churchill e di Chamberlain.

Nonostante la diversità, per tutti era ovvio "che la Germania sarebbe diventata la potenza dominante nell'Europa orientale e nei Balcani; non c'era rimedio a questo, una volta che essa veniva riconosciuta una grande potenza. Arrivava forse Chamberlain sino a mirare ad una futura guerra tra la Germania e la Russia sovietica come ad un mezzo per sollevare l'Impero britannico da tutte le difficoltà? Questa spiegazione sofisticata  fu allora avanzata, a disonore di Chamberlain, da alcuni socialisti estremisti, ed è stata talvolta avanzata, a suo onore, più tardi. Vi sono ben poche prove per sostenerla".

Taylor respinge questa terza versione appellandosi alla mancanza di prove, però fornisce un forte indizio a suo favore: "Senza dubbio [Chamberlain] sperava che la Germania e la Russia sovietica si equilibrassero e si tenessero  in scacco l'un con l'altra. Una guerra tra i due paesi sarebbe stata un disastro anche per la Gran Bretagna, se fosse terminata con la vittoria dell'uno o dell'altro".

Ma, se la speranza di Chamberlain era affidata al reciproco equilibrio tra Germania e Unione sovietica, perché non aggiungere, almeno in forma di ipotesi, che questo equilibrio potesse anche essere la parola d'ordine dell'Appeasement e il vero motivo dell'apertura inglese verso il rafforzamento tedesco a est? Inoltre, se l'eventualità di una vittoria decisiva della Germania o della Russia sovietica era ritenuta un disastro per l'Inghilterra, perché escludere che gli inglesi avessero potuto concepire una guerra a est come una guerra di logoramento reciproco tra due forze pari?

Accordo di Monaco: apparente trionfo dell'Appeasement

Secondo Taylor, Chamberlain affermava che "l'accordo di Monaco era il primo passo verso un nuovo sistema di pace in Europa, e nello stesso tempo lo scusava presentandolo come un mezzo per guadagnare tempo in attesa che gli armamenti britannici fossero più forti".  Avrebbe persino detto ad Halifax, tra la folla plaudente nella illusione della pace, "Tutto questo sarà finito in tre mesi". E, nel frattempo, il riarmo britannico veniva incrementato senza clamore. "Chamberlain, assiduo 'sostenitore del riarmo', trasse dalla crisi  della Cecoslovacchia la lezione che la Gran Bretagna doveva essere più armata".

A questo punto vale la pena di sottolineare il commento di Taylor su "Monaco": "Era stato accettato il principio che l'assetto di pace del 1919 doveva essere revisionato in favore della Germania, e che con questo la Germania sarebbe stata soddisfatta. Naturalmente le potenze minori dell'Europa orientale avrebbero rinunciato alla loro alleanza con la Francia, come si diceva che la Polonia avesse già fatto. Esse sarebbero cadute nella sfera economica tedesca; la Germania si sarebbe rafforzata, ma la Gran Bretagna e la Francia sarebbero rimaste al sicuro, soprattutto una volta che gli armamenti britannici fossero aumentati".

E ancora, più avanti: "La tempesta della guerra , se fosse sopraggiunta, avrebbe soffiato a Oriente, contro l'Unione Sovietica. Molti inglesi credevano che Hitler potesse, in qualche modo, attaccare l'Unione Sovietica senza conquistare prima l'Europa occidentale".

"Monaco", dunque, presentata all'epoca come conferenza per la pace che aveva evitato la guerra, rappresentò un successo, anche se solo apparente, dell'Appeasement: da qui l'entusiasmo di Chamberlain e l'irritata delusione di Hitler che si sentiva giocato, lui che aspirava ad un chiaro accordo con l'Inghilterra per poter attaccare l'Unione sovietica, con le spalle al sicuro.

"Monaco" consacrava l'aumento di potenza tedesca a est, e, mentre si diceva che ciò avrebbe appagato Hitler, si pensava che avrebbe accresciuto la tensione tra Germania nazista e Russia sovietica fino a farla esplodere, prima o poi, in una guerra a est. Taylor non giunge fino a questa conclusione soltanto perché ha escluso in anticipo questa versione, anche se è lui stesso a procurare sufficienti argomenti a suo favore.

Tempesta bellica 

Se la tempesta della guerra fosse sopraggiunta tra Germania nazista e Russia sovietica, la Gran Bretagna, col sostegno della Francia, avrebbe potuto intervenire nel momento più opportuno. In previsione di questo futuro scenario, "Monaco" fu considerata un successo personale di Chamberlain e il trionfo della strategia britannica dell'Appeasement. Il rovesciamento del giudizio su "Monaco" avverrà in un secondo momento, dopo che il Patto tedesco-sovietico farà fallire l'Appeasement, giocando l'astuzia britannica.

In una nota al testo, Taylor scrive: "Il governo britannico, viene suggerito, si aspettava che Hitler attaccasse la Russia sovietica, utilizzando la Cecoslovacchia come corridoio. L'occupazione dell'Ucraina carpatica da parte dell'Ungheria chiuse questo corridoio. La previsione, o la speranza britannica, quindi, non si era realizzata". Poi confina, in un'altra nota, la prova principale a favore della sua tesi che la Gran Bretagna avrebbe, dunque, ceduto sulla cecoslovacchia per procurare un corridoio all'esercito tedesco in previsione e nella speranza di una guerra a est. "Fra tre mesi tutto questo sarà finito" aveva detto Chamberlain, alludendo alla fine di ogni illusione di pace. Il corridoio, però, sparisce. Sacrificata, inutilmente, la Cecoslovacchia sull'altare dell'Appeasement, Chamberlain si appresterà a sacrificare la Polonia. Ancora una volta, ciò che appare della politica estera britannica è il rovescio della realtà. Ma la maggioranza degli storici prende per buona l'apparenza.

Taylor sostiene, infatti, che sulla Polonia gli inglesi cambiarono politica e adduce come prova la dichiarazione di Chamberlain: "Qualsiasi tentativo di dominare il mondo con la forza costituisce una cosa cui le democrazie devono opporsi". Vedremo in seguito che, con queste parole, il premier britannico inviava a Hitler un chiaro messaggio: la Gran Bretagna non avrebbe cambiato politica, continuando ad opporsi al condominio anglo-tedesco.

Storia reale e storia virtuosa


Secondo lo storico Hillgruber*, la politica di Chamberlain "non era affatto l'emanazione di un infiacchimento morale dinanzi a dittatori prepotenti; essa scaturiva, al contrario, da una visione realistica: la Gran Bretagna, potenza mondiale "invecchiata", sottoposta ad un impegno politico e militare esorbitante per la minaccia cui doveva far fronte nelle tre zone di tensione (Asia orientale, area mediterranea, Europa) aveva un pressante bisogno di pace (!) (...) Ogni nuova guerra, invece, non avrebbe fatto altro che accelerare il processo di dissoluzione dell'Impero (...). Inoltre, a mettere in pericolo la posizione mondiale della Gran Bretagna, non era solo la politica di revisione e di espansione delle tre have nots [Germania, Italia e Giapppone], ma anche l'agitazione mondial-rivoluzionaria dell'Unione sovietica nelle colonie britanniche, e in particolare in Asia".

Se accantoniamo l'Italia, in quanto potenza di secondo ordine, e consideriamo le potenze che potevano preoccupare la Gran Bretagna in Europa, cioè la Germania e l'Unione sovietica, ritroviamo gli altri due lati del triangolo europeo. E, se astraiamo dalla "agitazione mondial-rivoluzionaria", in quanto elemento puramente ideologico, ritroviamo le due potenze emergenti con linee di espansione interne all'Europa. In questa condizione, ossia nella condizione del gioco triangolare europeo, ci sembra ovvio che la potenza egemone di vecchia data, che faticava a mantenere la sua balance of power, temesse d'essere coinvolta in una guerra europea. Ma timori, speranze e volontà, nelle relazioni internazionali, debbono sempre fare i conti con i reali rapporti di forza fra le potenze.

Hillgruber indica le difficile questione del teorema strategico inglese nei seguenti termini: "Infine, e incontestabilmente, in una guerra mondiale il peso economico e il potenziale USA (nel senso più ampio) avrebbe influito in misura ancor più massiccia che nel 1914-18, con la conseguenza di ridimensionare direttamente e indirettamente la posizione mondiale della Gran Bretagna, se non addirittura dissolverla. Il governo britannico di Chamberlain, di fronte alla rapida ascesa della potenza politica della Germania di Hitler, cercò di sottrarsi all'alternativa forzosa di uno stretto avvicinamento agli USA o alla Germania, in quanto entrambe le scelte avrebbero comunque ridotto la Gran Bretagna alla condizione di Junior partner dell'una o dell'altra potenza".

Se queste erano le circostanze, in che modo si sarebbe espresso il realismo della politica di Chamberlain, secondo Hillgruber? La storia che segue sarà virtuosa, ma non fa che immaginare l'opposto di ciò che poi capiterà sul suolo europeo a ovest e a est. Con il risultato di un prevedibile ridimensionamento della potenza britannica. "Ci sono due storie -dice un personaggio di Balzac- la storia ufficiale, menzognera, quella che si insegna, la storia ad usum delphini, e la storia segreta, nella quale si ritrovano le vere cause degli avvenimeni, una storia vergognosa!"** La Seconda Guerra Mondiale non poteva esimersi dal confermare il genio di Balzac.

Potremmo aggiungere: nella storia ufficiale, virtuosa, si prendono per buoni quei pretesti, quelle giustificazioni che fanno parte della propaganda, ad uso esterno e interno, e che rientrano nella ufficialità delle relazioni internazionali: è il luogo nel quale sono ammessi gli addetti stampa e gli storici. La storia segreta, invece, è quella alla quale sono ammessi solo gli addetti ai lavori. Se tra questi c'è anche qualche storico, magari ammesso in tempi successivi, e solo per divulgare una parte dei fatti, per farne qualche rivelazione sensazionale, ciò è puramente casuale e ininfluente: la maggior parte degli storici continuerà a rimaneggiare gli argomenti della storia virtuosa ad usum delphini.

Tornando alla politica di Chamberlain, nella versione di Hillgruber, occorre sottolineare una circostanza: quella virtuosa ricetta pacifista, i cui ingredienti di base erano costituiti dal rafforzamento della potenza più aggressiva e dal riarmo a tappe forzate della potenza più pacifica, sarebbe stata preparata nel 1936, quando i "cuochi" inglesi erano già a conoscenza dei "gusti" di Hitler!

Ma il quesito principale che svela l'ipocrisia dell'Appeasement è il seguente: se la Gran Bretagna temeva la Germania e voleva a tutti i costi evitare d'essere costretta al ruolo di Iunior partner, perché diceva di fare di tutto per appagare la Germania, quando non voleva concedere l'unica cosa che avrebbe davvero appagato Hitler, e cioè il consenso al condominio anglo-tedesco? L'ipocrisia del termine "Appeasement" qui appare in tutta la sua evidenza: quanto meno la Gran Bretagna intendeva appagare la Germania nell'unico modo possibile, tanto più diceva  di volerla appagare e lo faceva con concessioni che non avevano altro scopo che quello di "appagare" la propria strategia.

Per finire, sulla scorta dei risultati fin qui raggiunti, possiamo sostenere che la Gran Bretagna, per poter continare a mantenere il suo ruolo di arbitra dell'Europa, aveva a disposizione soltanto due strade malsicure e incerte: o da sola, ma alla precisa condizione che la Germania nazista e la Russia sovietica, a forze pari, si fossero impegnate in una guerra di reciproco logoramento a est; oppure, in condominio con gli Stati Uniti, ma, in questo caso, solo se avessero ricevuto il mandato di garantire una pax anglo-americana. L'Impero britannico tenterà entrambe le vie: la prima con il governo Chamberlain, che fallì a causa del patto russo-tedesco, la seconda con il governo Churchill, che fallì a causa del patto russo-americano.


* Hillgruber:  "Storia della seconda guerra mondiale"  (1968)

** Balzac:  "Le illusioni perdute"


Tratto da "2° Guerra mondiale. Risultato non voluto..." (1993)

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