domenica 13 aprile 2014

Bosone di Higgs: ma non era la particella ultima?

Che "la delusione della scoperta del bosone di Higgs", secondo l'espressione di Horgan, si sia manifestata già dopo la "scoperta" dell'inflazione (ovvero del gravitone e dell'inflatone) mediante radiotelescopio, non lasciando perciò a LHC neppure le briciole, non poteva certo finire lì. E, infatti, con quella incredibile versatilità che solo i teorici matematici della fisica irrealistica sanno esprimere, ecco saltare fuori la soluzione salvifica: LHC dovrà ancora lavorare producendo maggiore energia per verificare che ... il bosone di Higgs non è più la particella ultima, ma la penultima essendo composta di particelle tecnhicolor!!!

Veniamo a sapere di questo nuovo escamotage (che permetterebbe a LHC di continuare a sviluppare sempre maggiore energia, senza chiudere i battenti) da un articolo su Scienzainrete di Filippo Bonaventura, dal titolo "Il bosone di Higgs in technicolor". In questo articolo si ricordano alcune questioni che possiamo tralasciare per concentrarci sulla seguente.

Scrive Bonaventura: "Una delle estensioni del Modello Standard che è stata più in voga negli ultimi decenni, insieme alle più note teorie supersimmetriche, va sotto il bizzarro nome di "teorie technicolor". Dopo la scoperta della particelle di Higgs, le teorie technicolor erano date pressoché per spacciate, in quanto teorie "senza Higgs". In altre parole, prevedono meccanismi per cui le particelle acquisiscono massa senza fare uso del celebre bosone. L'osservazione stessa dell'Higgs sembrava quindi invalidare definitivamente le technicolor".

Ma tutto questo accadeva quando ancora a LHC si poteva pensare di offrire l'occasione di confermare l'inflazione (inflatone e gravitone), compito che invece è stato assolto dai radiotelescopi. Ora, si poteva lasciar marcire LHC? No di certo! Anche perché tutto può essere sempre aggiustato con qualche altro escamotage.

E infatti, scrive Bonaventura, riguardo alle teorie technicolor: "Teorie morte, quindi? No, pare di no. Questi modelli rimangono perfettamente plausibili, almeno dal punto di vista teorico, se si ipotizza che il bosone di Higgs sia costituito da particelle più "piccole", finora mai osservate: i techniquark. Secondo le teorie technicolor, i techniquark sarebbero particelle elementari che andrebbero ad aggiungersi a quelle già previste dal Modello Standar (quark, leptoni, e bosoni di gauge).

Ed ecco chi ci garantisce l'escamotage: un fisico delle particelle, un certo Ryttov che dichiara "di aver vagliato criticamente (!) le teorie che prevedono i techniquark come "ingredienti" del bosone di Higgs... e di non aver riscontrato in esse alcun difetto (!)". Naturalmente egli riterrà di dover essere creduto sulla parola, cosa molto semplice quando si fornisce una facile via d'uscita per non mandare in pensione LHC.

Secondo Bonaventura, "Ciò che ha fatto Ryttov nel suo studio è stato appunto "setacciare" i modelli tecnhicolor alla ricerca dei punti deboli, inconsistenze, contraddizioni e quant'altro potesse smentirli. "Ho fatto una revisione molto critica di queste teorie- afferma lo scienziato danese -e non ho riscontrato in esse alcuna debolezza, né nuova né sfuggita precedentemente"."

Da credergli sulla parola! Soprattutto se tutto questo equivale a sostenere che il bosone di Higgs è fatto di Techniquark! La parte conclusiva dell'articolo è, comunque, di una inegenuità che solo in campo teorico, matematico fisico, ci si può permettere. E' l'ingenuità posta al servizio di un nuovo grandioso utilizzo di LHC dopo l'enorme sforzo pluriennale per un ritrovamento speciale: la particella ultima (pardon penultima), il bosone di Higgs. 

L'articolo si chiude con queste parole: "Come dimostrare una volta per tutte queste ipotesi, oppure smentirle? Per farlo occorrono prove sperimentali  stringenti, che purtroppo sono molto difficili da ottenere. Ancora una volta però può venirci incontro LHC. Dopo la consueta pausa invernale, infatti, il Large Hadron Collider sarà in grado di produrre collisioni a energie ancora più elevate rispetto a prima, rendendo più probabile l'osservazione di nuove particelle e nuovi fenomeni fisici". Come volevasi dimostrare!

Ma, occorre aggiungere: si rende conto Bonaventura di quanto sia grande la distanza tra il livello energetico della massa di Planck e il livello al quale LHC può tendere? Allora, perché la materia dovrebbe farci il favore di offrirci la soluzione al livello di soli qualche TeV in più?

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