Il sottotitolo "Studi e riflessioni di un autodidatta" riflette le seguenti motivazioni. Per elaborare una nuova teoria della conoscenza, valida per ogni ramo delle scienze, occorre conoscere le diverse discipline che appartengono al vasto campo delle teorie scientifiche e delle scienze fisiche e biologiche. Per questo tipo di conoscenza complessiva c'è soltanto il metodo dello studio personale di documenti scritti da altri autori. Perciò, l'autore di questo volume è realmente un autodidatta nel senso più comune del termine, essendosi istruito da solo con studi di lungo periodo e con riflessioni senza obblighi di sudditanza verso questa o quella "scuola", verso questa o quella "teoria di successo". Ma l'autore è autodidatta anche nel senso meno comune di "auto"-"didàsko" ("io insegno"), perché nella sua opera "insegna" ciò che ha appreso e ciò che ha scoperto con le sue riflessiomi.
In definitiva, gli "Studi e riflessioni di un autodidatta" non sono soltanto un sottotitolo: essi rappresentano un metodo, che pone in primo piano lo studio e la riflessione. Anzi, non solo in primo piano, perché sopra e sotto non c'è nient'altro: non c'è neppure l'autore come individuo, con le sue passioni, con le sue "miserie personali" che restano fuori dell'opera. Di umano qui c'è solo il pensiero, un pensiero che tenta di giungere a risultati che riflettano il movimento reale, la reale evoluzione, della materia.
L'interesse personale così come il sentimento, qui, non hanno trovato spazio, perché la conoscenza umana può obbedire soltanto all'interesse e al sentimento della specie umana, e la specie umana, nonostante le sue divisioni, in classi, popoli, etnie, razze e religioni, ha un solo interesse e sentimento: la conoscenza reale della evoluzione della materia, della quale essa rappresenta il prodotto più elevato: la sua coscienza.
In definitiva, gli "Studi e riflessioni di un autodidatta" non sono soltanto un sottotitolo: essi rappresentano un metodo, che pone in primo piano lo studio e la riflessione. Anzi, non solo in primo piano, perché sopra e sotto non c'è nient'altro: non c'è neppure l'autore come individuo, con le sue passioni, con le sue "miserie personali" che restano fuori dell'opera. Di umano qui c'è solo il pensiero, un pensiero che tenta di giungere a risultati che riflettano il movimento reale, la reale evoluzione, della materia.
L'interesse personale così come il sentimento, qui, non hanno trovato spazio, perché la conoscenza umana può obbedire soltanto all'interesse e al sentimento della specie umana, e la specie umana, nonostante le sue divisioni, in classi, popoli, etnie, razze e religioni, ha un solo interesse e sentimento: la conoscenza reale della evoluzione della materia, della quale essa rappresenta il prodotto più elevato: la sua coscienza.
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Tratto da "Il caso e la necessità - L'enigma svelato - Volume primo Teoria della conoscenza (1993-2002)