mercoledì 12 dicembre 2012

Non andare ultra crepidam

Il computer, che ha permesso a tutti di twittare, di fare commenti, di aprire blog, di partecipare ai forum, ecc., ha anche permesso ai "ciabattini" (esperti nella propria professione) di parlare a vanvera in tutti i campi nei quali sono inesperti. Con questo, chi scrive non vuole affatto mettere bavagli o impedimenti di sorta, neppure in linea di principio. Tutti possono dire e fare ciò che vogliono. C'è però da chiarire almeno questo:

1) se ciò di cui si parla non ci è sufficientemente noto, per non aver avuto il tempo di studiarlo a fondo, allora le nostre parole, per quanto ci appaiano sensate, avranno scarso valore;  purtroppo, il ciabattino (bravo nel suo lavoro) spesso si dimentica di non andare oltre la scarpa;

2) ma c'è un'altra faccenda, ancor più importante, che va compresa: chiunque non conosca a sufficienza ciò su cui dispensa valutazioni, consigli e giudizi, in genere finisce sempre nel campo dell'etica. Le critiche, i rimbrotti sono sempre moralistici. Si potrebbe citare Odifreddi, valente e dignitoso matematico, ma insopportabile moralista. Del resto essere pessimi moralisti è la cosa più facile di questo mondo. Perché l'etica, purtroppo per tutti quelli che vi si tuffano sempre dentro, è soggettiva e soprattutto non è mai a senso unico: tutti la reclamano a proprio vantaggio, soprattutto tra i politici.

Facciamo un solo esempio: nella politica italiana i principali argomenti pubblici, spettacolarizzati nei media, che si rimbalzano da destra a sinistra e viceversa, hanno principalmente una connotazione moralistica: tutti salgono in cattedra nella speranza di essere i primi a scovare ogni giorno l'idea migliore per far risaltare le ingiustizie commesse dal proprio avversario di turno. Ma l'avversario non affrirà l'altra guancia, e cercherà a sua volta, ecc. ecc.*

Questa è una prassi dalla quale tutti i bravi "ciabattini" che non hanno come mestiere la politica (o la satira della politica) dovrebbero stare alla larga, evitando giudizi su cose che non conoscono. Del resto, l'autore di queste righe, "ciabattino" di teoria della conoscenza, con decenni di studi alle spalle, qui tace: non parla della particolare politica italiana che si svolge principalmente dietro le quinte del palcoscenico dei media, la quale perciò è nota, quando va bene, soltanto agli addetti ai lavori; e questi, solo quando va male per loro, la scaricano come immondizia morale davanti al palcoscenico occupato da un pubblico smarrito.

* Post scriptum 13/1/13. Il recente incontro televisivo tra Santoro-Travaglio da un lato e Berlusconi dall'altro conferma la tesi: se le son date di santa ragione a colpi di accuse moralistiche! E alla fine erano tutti maledettamente soddisfatti!


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